quaderni di management 
bimestrale di cultura managerialeE.G.V.
  
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Un mondo manageriale in continuo movimento

Giancarlo Oriani


 

Il mondo della gestione aziendale è in continuo movimento, come testimoniano molti articoli presenti in questo numero di quaderni di management.
Il focus sulla Business Intelligence ed il Business Performance Management, basato su una serie di contributi di studiosi, manager d’azienda, consulenti, vendor di soluzioni informatiche, e coordinato dal professor Pasini della SDA Bocconi, che ha recentemente condotto una ricerca sul tema, evidenzia il percorso di introduzione di queste soluzioni in azienda. Esso “segue una curva di esperienza e di sofisticazione tipica: si comincia con l’introduzione di sistemi per la produzione di un reporting standard, tipicamente statico, per procedere, con il passare del tempo e l’aumento dell’esperienza, a soluzioni via via più sofisticate, che vanno, nell’ordine, dal query&reporting e Olap, alla creazione di cruscotti, alla balanced scorecard, a sistemi di Corporate Performance Management, alle applicazioni analitiche, al data mining, al modeling e simulazione, fino ad arrivare ai sistemi GIS” e si espande dall’area commerciale a tutte le altre, per giungere infine a quella delle risorse umane. A questa espansione corrispondono due fatti contrastanti: la percezione della strategicità della BI, e il suo scarso utilizzo da parte del management. Peraltro, come evidenzia Pasini, il suo dispiegamento presuppone “alcune pre-condizioni organizzative che riguardano i processi di decentramento decisionale e di delega ed il grado di partecipazione, condivisione, consenso, empowerment ...”.
Pianon, Vice President di Boston Consulting Group, intervistato per la nostra consueta rubrica “Cosa ci aspetta nel futuro”, sottolinea una serie di punti di estrema importanza, non sempre evidenziati a sufficienza. Come ad esempio la relazione che esiste tra la qualità del sistema ambientale complessivo (qualità della città, dei servizi, delle infrastrutture, degli stimoli professionali) e la presenza dei manager di talento necessari alle aziende. Oppure il circolo virtuoso per il quale, in presenza di grandi aziende e quindi di grandi esigenze manageriali, si genera la richiesta di centri di ricerca e di formazione adeguati, che a loro volta consentono lo sviluppo di know how e vengono a costituire dei poli di attrazione per i talenti che portano ad un ulteriore sviluppo delle aziende. In entrambi i temi l’Italia è in posizione di retroguardia, il che fa pensare che nel prossimo futuro sarà assai più probabile che i nostri migliori manager (dopo i nostri migliori scienziati) se ne andranno all’estero, anziché essere i manager stranieri a venire in Italia. Un altro tema importante che emerge nell’intervista è la negazione della relazione scontata tra investimenti ed innovazione: Pianon evidenzia come ci sia di più, e non si debbano cercare facili alibi.
Anche il direttore della rivista, per la prima volta, contribuisce con un articolo, insieme a Franco Favaro, Direttore Risorse Umane di San Benedetto. Il tema trattato è quello della Organizational Network Analysis, straordinario strumento di analisi dell’organizzazione informale, in un momento in cui l’innovazione e la turbolenza ambientale rischiano di rendere inefficaci i metodi tradizionali di analisi e progettazione organizzativa. Tutti quanti siamo rimasti frustrati di fronte ai nostri fallimenti nella “gestione del cambiamento”: forse anche perché si è sempre voluto considerare l’organizzazione informale come un fastidioso disturbo, e non come il modo in cui l’organizzazione funziona veramente. L’ONA rimette le cose al suo posto, consentendo innanzitutto di “vedere” questo tipo di organizzazione.