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Comunicazione e competenze cross culturali nell’azienda internazionale: la criticità del ruolo manageriale

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Paola Ballabio


 

Da sempre la comunicazione organizzativa è indispensabile per l’impresa, all’interno come all’esterno dei suoi confini. Un approccio teorico propone di istituzionalizzare il carattere relazionale delle imprese e di vedere le aziende come organismi che vivono di comunicazione perché fatte di comunicazione: le aziende costruiscono specifiche griglie di lettura della realtà, attraverso un processo di definizione e di negoziazione di un codice che diventa condiviso dal gruppo.
La comunicazione viene così ad essere l’essenza stessa dell’organizzazione e di qui deriva la rilevanza della variabile cultura, intesa come il patrimonio di simboli e di sottostanti significati che ogni specifico gruppo sviluppa, consolida e perpetua come il “corretto” modo di pensare, di sentire e di agire e che, in questo paradigma, rappresenta l’hardware dei processi comunicativi.
Nelle imprese internazionali, due variabili rendono ancora più complessi i processi comunicativi: la distanza geografica, che allontana le unità organizzative e le persone, e la multiculturalità, che introduce una rilevante varietà di simboli e di significati all’interno dell’impresa.
Il management è chiamato a svolgere il ruolo di facilitatore dei processi comunicativi, quasi di “costruttore” di ponti interculturali, acquisendo consapevolezza che la comunicazione è in larga parte culture bound.