quaderni di management 
bimestrale di cultura managerialeE.G.V.
  
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Dove vado ad investire, in casa o fuori?

Giancarlo Oriani


 

L’IT si sta evolvendo verso il “global sourcing”: così come la produzione emigra in altri paesi dove i costi sono inferiori, la stessa cosa può avvenire per l’IT. Questo processo è partito prima nei paesi anglosassoni, favoriti da una cultura della globalizzazione più radicata e dall’affinità linguistica. Qual è la situazione in Italia e quali possono essere le modalità per un efficace trasferimento all’estero di attività legate all’IT?
Questo numero di quaderni di management, realizzato grazie alla collaborazione con Aused (Associazione Utenti di Sistemi e Tecnologie dell’Informazione), cerca di fornire qualche spunto di riflessione su questo tema di grande importanza, stante il ruolo strategico assunto dall’IT nelle moderne aziende. Un ringraziamento particolare da parte della redazione va a Luigi Pachì, responsabile Marcomm, per il prezioso supporto fornito nel coordinamento di questo lavoro.
Ne emerge un quadro da cui risulta l’importanza di valutare attentamente caso per caso le scelte e di non fare generalizzazioni. Soprattutto per l’Italia, che ha alcune caratteristiche che la distinguono dal resto dell’Europa: costo delle risorse inferiore, scarsa abitudine alle metodologie e agli standard, alta creatività e volatilità di pensiero e decisionale, difficoltà di lingua. Elementi che nel loro insieme rendono non facile la relazione con una terza parte “lontana geograficamente e culturalmente”. Proprio il caso Edison ci indica tra le principali cause di insuccesso o di insoddisfazione di accordi “offshore” la limitata possibilità di apprezzare i benefici economici e la differenza di approccio culturale. Anche il caso Fiera dimostra una certa prudenza sull’argomento.
Gli articoli invece di Atos, HP e istMF cercano di fornire riflessioni di metodo sul tema: le principali prassi per controllare l’insieme delle risorse informatiche della propria azienda; le indicazioni su come affrontare problemi legati alla gestione dell’infrastruttura tecnologica con un approccio di IT Service Management orientato all’organizzazione e alla qualità dei processi IT; la conoscenza essenziale del modello ITIL (Information Technology Infrastructure Library).
Proseguendo sul tema dell’open source oggetto del focus del numero precedente, l’articolo di IBM, rilevando come l’industria stia progressivamente passando da fonti proprietarie a software e architetture aperti, e come siano sempre di più gli ambienti ibridi, dove open source e software proprietari convivono, affronta il tema divenuto centrale della migrazione, ed evidenzia la necessità di valutare tutti gli aspetti tecnico-economici ad essa legati.
Le due tradizionali rubriche di quaderni di management (“Letture straniere” e “Cosa ci aspetta nel futuro”) offrono altrettanti interessanti stimoli di riflessione.
L’articolo di Cooke-Davies , docente a Londra e a Sidney, cerca di chiarire quali possano essere le caratteristiche di una suite di indicatori di project management in grado di migliorare le prestazioni di progetto.
L’intervista ad Aliperti, amministratore delegato di Hewlett Packard, richiama invece i manager a chiarirsi bene come vogliono competere, ad essere sempre attenti a segnali di innovazione, a perseguire processi ben definiti nell’ambito però di organizzazioni flessibili e virtuali.

Buona lettura