Il declino delle organizzazioni è molto spesso causato o aggravato dalla fuoriuscita dei loro uomini migliori.
E’ noto che il tasso di turn-over in un’azienda sia inversamente proporzionale al suo stato di salute e alla sua reattività alle sfide del mercato: meno studiate, invece, sono le ragioni e le fasi attraverso cui matura la decisione di lasciare un’azienda.
Questo articolo postula - in parte anche provocatoriamente - l’esistenza di una vera e propria legge in grado di descrivere e spiegare il fenomeno del turn-over. In questo modo è possibile tratteggiare un’allegoria del declino rappresentabile attraverso il “paradigma felino”.
Il declino della “lealtà” dell’individuo verso l’organizzazione, il costante peggioramento qualitativo delle risorse umane e l’aggravamento della posizione sul mercato dell’azienda producono esiti disastrosi da cui, tuttavia, in alcuni casi si salvano clamorosamente i manager responsabili del fallimento, che finiscono anzi per trovare collocazioni di prestigio ancora maggiore.
Un dubbio atroce si fa allora strada: esistono casi in cui il declino delle organizzazioni è il prodotto di una scelta deliberata più che di semplici “errori” dei vertici? Si può parlare, in settori quali il pubblico politicizzato o lottizzato, lo statale privatizzato o il privato monopolistico, di un “governo dei peggiori”?