Enterprise 2.0
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Emanuele Scotti
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E’ un momento di grande smarrimento di valori e di modelli manageriali.
Il modo in cui abbiamo concepito sinora l’organizzazione delle nostre aziende ha funzionato fino a quando il problema era rendere efficiente un progetto definito e stabile nel tempo. Oggi queste condizioni sono drasticamente mutate e i nuovi imperativi a cui l’azienda è chiamata a rispondere - peso dei valori intangibili, agilità, ridefinizione continua, servizio ecc. - rendono quel modello lento se non addirittura pericoloso.
In questo contesto i modelli emergenti di collaborazione a rete appaiono una risposta efficace. Sul fronte interno, questi sistemi di collaborazione sono caratterizzati da una dinamica a rendimenti marginali crescenti; e in più spostano il focus dai contenuti (sempre a rischio di rapida obsolescenza: job description, knowledge, training ecc.) alla rete di comunicazione stessa (in continua evoluzione). Sul fronte esterno, si afferma la figura del “social customer”, molto più intelligente e molto più efficiente nello sfruttare le informazioni sulle aziende di quanto lo siano le aziende stesse. Queste ultime stanno perdendo il controllo del proprio marchio (reputazione, supporto, significati), che sta passando nelle mani delle persone che sono sulla rete.
L’azienda deve dunque cambiare. In- nanzitutto bisogna costruire delle infrastrutture di collaborazione emer- gente, che sappiano liberare il potenziale di intelligenza e di cooperazione bloccato dagli attuali modelli. Le persone devono potersi collegare tra loro per risolvere in modo collaborativo i propri problemi. Costruendo un nuovo sistema di management e di governance che garantisca le finalità dell’organizzazione “tradizionale”.
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